La Lav coordina la campagna
internazionale promossa da IFAW per porre fine a questo "massacro
autorizzato" delle foche e insieme chiedono al Governo Italiano
di vietare l'importazione e la commercializzazione dei prodotti
derivati da questi animali.
La
caccia alle foche e' il più grande e crudele massacro
di mammiferi marini nel mondo, legalemente autorizzato dal Department
of Fisheries and Ocean Canadese, che nel febbraio 2003 ha emanato
un “piano triennale di Gestione” con cui ha fissato
a quasi un milione il numero di foche che potranno essere uccise
nel triennio 2003-2005.
Nel 2004 sono state barbaramente uccise 353.000 foche e per la stagione
2005 è prevista l'uccisione di altre 319.000.
La caccia si aprire ufficialmente
il 15 Novembre e continua fino al 15 Maggio, raggiungendo il
culmine nei mesi di Marzo ed Aprile.
Soprattutto
in questi due mesi avviene la barbara uccisione dei cuccioli
(che nascono i primi del mese di Marzo) vittime preferite dai
cacciatori sia per la morbidezza del manto sia per la facilità di
cattura. Questi piccoli ancora non sanno nuotare, per cui non
hanno possibilità di fuggire davanti ai cacciatori, e
le loro madri li difendono fino alla morte usando il proprio
corpo come scudo. Il 97% delle foche massacrate ha un'eta' variabile
tra i 12 giorni e quattro mesi.
Così senza scampo arriva la morte, la più violenta e crudele
immaginabile: un team di veterinari indipendenti ha documentato che il
42% delle foche esaminate erano state scuoiate vive, e il 40% viene colpito
ripetutamente prima di morire.
Per il governo canadese questi
animali vengono uccisi in “maniera umanamente accettabile”.
Dal
1970 l’IFAW è impegnata in prima linea in questa
battaglia. Sono state le immagini girate segretamente dal suo
fondatore, Brian Davis, che, nel 1981, hanno fatto conoscere
la strage dei cuccioli neonati di foca avvenuta nel Golfo di
San Lorenzo. Immagini che hanno sconvolto l’opinione pubblica
ed innestato un movimento di boicotaggio dei prodotti canadesi,
ottenendo nel 1983 dalla CEE il divieto di importazione dei prodotti
ricavati dai cuccioli di foca. Finalmente nel 1987 il Canada
stesso vietò ufficialmente la caccia commerciale dei cuccioli
di manto bianco.
Nonostante questo passo in avanti, la situazione rimane urgente ed allarmante:
i cuccioli sono cacciabili non appena iniziano la muta del pelo (15 giorni
dopo la nascita) e sono le prede preferite dei cacciatori, che li massacrano
con crudeltà. La situazione è diventata ancora più insostenibile
dopo l’approvazione del “piano triennale di gestione” con
cui è aumentato il numero delle foche che possono essere uccise
legalmente ogni anno. L’IFAW ha rilanciato la campagna a favore
delle foche, supportata da documentazione scientifica e filmati, chiedendo
il sostegno alle associazioni di tutto il mondo, perché solo un’azione
internazionale di pressione contro quanto sta accadendo in Canada sarà in
grado di porre fine al massacro.
L'opinione
pubblica mondiale ha più volte condannato la crudeltà della
caccia alle foche. La condanna della caccia alle foche ha indotto
i Governi di alcuni Paesi a emanare normative di divieto della
commercializzazione dei prodotti di foca. Contrariamente a quanto
avviene nel nostro paese, alcuni stati hanno recepito le istanze
contro il massacro delle foche, prendendo ufficialmente posizione
contro il commercio di prodotti derivati da questi animali. Gli
Stati Uniti con il “Marine Mammal Act” hanno vietato
l'uccisione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto di
foca fin dal 1972, impedendone l'importazione, l'esportazione,
la vendita ed il possesso. Hanno inoltre approvato una Risoluzione,
nel 2003, che chiede al Canada di cessare questa cruenta caccia.
Nell'Unione europea, principale
mercato mondiale delle pelli di foca, il Belgio ha già approvato
una prima moratoria e il bando definitivo, già approvato
dal Governo è in fase di ratifica dai Parlamenti federali.
L'Olanda sta esaminando un provvedimento analogo a quello del
Belgio. La Commissione Affari Esteri del Parlamento italiano
ha già approvato due risoluzioni che impegnano il Governo
ad emanare norme in tal senso.
L’Italia non ha ancora
preso nessuna posizione ufficiale contro la caccia commerciale
alle foche, poichè riveste un ruolo primario nel mercato
internazionale di prodotti derivati dalla foca. Dai dati forniti
dal nostro Governo all’Eurostat Data Shop di Berlino, si
evince che negli ultimi tre anni l’import di prodotti di
foca è stato di 8,4 milioni di euro e l’export si è attestato
intorno ai 16,2 milioni di euro.
La LAV si impegna affinché anche
il Governo italiano prenda una posizione di condanna verso la
caccia alle foche e decida di vietare il commercio di prodotti
derivanti dall’uccisione di questi animali. "L'Italia in
passato si è già schierata in favore degli animali
- dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV campagna antipellicce
- emanando un'Ordinanza, trasformata in legge nel 2004, che ha
vietato l'importazione e la commercializzazione delle pelli di
cani e gatti. Ci auguriamo che il Governo italiano segua la scelta
di civiltà già intrapresa in tema di pellicce di
animali domestici, e l'esempio del Governo Belga ponendo fine
a questo ingiustificato e riprovevole commercio".
Intanto è nata nel Golfo
di San Lorenzo in Canada, la prima foca Groenlandica della stagione
2005. Si è deciso di chiamarla HOPE (Speranza) perché rappresenti
la speranza, per questi mammiferi, di non essere mai più vittime
della caccia commerciale per confezionare capi di abbigliamento
e altri accessori in pelliccia.
Da parte sua il governo di Ottawa
si giustifica dicendo che il vero motivo della gigantesca riapertura
della caccia non è il denaro quanto la necessità di
controllare l'eccessivo moltiplicarsi di mammiferi negli sconfinati
territori nordici. Le foche sarebbero colpevoli di aver diminuito
la popolazione del merluzzo, fonte di vita per i pescatori canadesi.
Secondo il dipartimento della Pesca e degli Oceani di Ottawa
la popolazione di foche è triplicata dal 1970 a oggi raggiungendo
i 5,2 milioni di esemplari.
Il governo canadese afferma che la foca non è una specie minacciata
e che la quota annuale di caccia consente alle foche di rimanere una “risorsa
sostenibile”. Un rapporto pubblicato su “Marine Mammale Science”,
stima che in ognuno degli ultimi tre anni siano state uccise tra le 400.000
e il mezzo milione di foche. Ben oltre il numero legalmente consentito,
perché molte foche colpite e ferite a morte, riescono a scappare
per morire tra i ghiacci, e quindi non vengono contate nelle statistiche
ufficiali. Gli scienziati affermano che mantenere questo livello di uccisioni,
mette in serio pericolo il mantenimento della specie.
Una delle giustificazioni alla caccia alle foche è che fornirebbe
una fonte di reddito e cibo necessari alla sopravvivenza delle popolazioni
aborigene. In realtà il contributo economico dato da questa pratica
alla regione è marginale. Considerando l’Isola di Terranova,
dove si svolge il 93% della caccia, risulta che meno di un decimo delle
esportazioni sia relativo ai prodotti di foca e che le persone impiegate
siano appena 4.000 su mezzo milione. Un'alternativa per valorizzare il
territorio in modo non soltanto più equo ma anche economicamente
più redditizio, è invece quella di puntare sulle foche
come risorsa per incentivare l’ecoturismo e il SealWatch.
Non sono d'accordo però il
Fund for Animal Welfare e The Sea Shepherd i quali hanno ribadito
a viva voce quanto questa caccia sia inumana e che le foche non
hanno nulla a che fare con il fenomeno. Le foche, nella maggior
parte dei casi cuccioli, verrebbero spellate vive. "Non è assolutamente
vero - ha detto a difesa del governo il ministro delle Risorse
Naturali John Efford - non verranno affatto uccisi i piccoli
di foca". Di fatto, ribadiscono gli animalisti, dietro questa
caccia barbara c'è un grosso business.
LE CIFRE.
Nel 1983 - 80 pelli di foca importate
in Italia.
Nel 1998 - 2.500 pelli.
Nel 1996 furono uccise 27.000 foche.
Nel 1997 furono uccise 38.000 foche.
Di queste, 25.000 avevano meno di un anno.
Le foche sono state uccise a bastonate o a fucilate.
Tali metodi hanno spesso rovinato la pelliccia delle foche, da renderla
inutilizzabile.
Le pelli, che non possono essere importate negli USA per divieto (per
tutelare i cacciatori canadesi), finiscono sul mercato europeo.
Cina, Corea e Giappone oltre ad acquistare le pelli di foca per farne
indumenti alla moda, usano il loro apparato genitale: e' ritenuto afrodisiaco.
(fonte: Animal Rights Campaign - NOAH)
Quest'anno, le foche uccise
saranno almeno 35.000.
Fortunamante
nel corso di questo 2005, grazie alla LAV e alla IFAW, sono
state raccolte gia' 13.000 firme nelle petizionicontro il massacro

Anche in questo caso un
po' di documentazione, come sempre immagini dure e cruente,
davvero molto toccanti e dolorose. Puoi guardare il video
del massacro girato dalla PETA o il video
girato dalla IFAW. Guarda gli
occhi di questi poveri animali e senti il loro grido disperato.

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